Marketing esperienziale applicato alle fiere di settore

Marketing esperienziale applicato alle fiere di settore

La rilevanza assunta dal marketing esperienziale è facilmente comprensibile: non partire dal prodotto per elaborare una strategia di vendita, ma utilizzare l’esperienza dell’utente finale quale veicolo per avvicinarlo al venditore.

La sua importanza è, se possibile, ancora maggiore in ambito fieristico, soprattutto in relazione alle fiere B2B (business to business), in cui non possiamo parlare di venditore ed acquirente in senso stretto.

Non dovendo quindi perfezionare una vera e propria vendita, ma creare in fiera relazioni, contatti, partnership e future collaborazioni, il marketing esperienziale assume contorni fondamentali.

L’utente fieristico si troverà di fronte a un bombardamento di informazioni e contenuti, tra cui risulta difficile scegliere, l’unico amo, che può permettere di creare un rapporto, saranno le sue emozioni e l’esperienza che vivrà entrando a contatto con il tuo allestimento fieristico.In concreto, dovrai valorizzare, non solo prodotti e servizi, ma anche la filosofia che ne sta dietro, la storia dell'azienda, i valori che incarna: professionalità, affidabilità, esperienza.

Fai in modo che scelgano te a trecentosessanta gradi e che sposino la tua offerta.L'esperienza è vincente quando coinvolge l'utenteAndando per ordine, non è banale interrogarsi sul concetto stesso di esperienza, al fine di elaborare una corretta e consapevole strategia.

Le esperienze non sono un fatto casuale, queste vanno create e studiate a tavolino, in quanto un processo esperenziale è sempre frutto di una corretta stimolazione esterna e, sulla correttezza delle stimolazioni, dobbiamo riflettere.

Le esperienze dovranno avvolgere l’utente, non si tratta di qualcosa di fisico, ma emozionale, esperienze estetiche, passive ed attive.

Senza scendere eccessivamente nel tecnico:

  1. le esperienze estetiche: deriveranno dalla qualità e dall’attenzione che riserverai allo stand per l'evento.

  2. le esperienze passive: scaturiranno da ciò che l’utente percepirà inconsapevolmente nei pressi del tuo allestimento: musiche, odori, particolari che, troppo, spesso non vengono attenzionati.

  3. le esperienze attive: derivano dall’interazione diretta tra te ed il potenziale cliente, dal modo e da cosa comunichi.

Esiste un mezzo fondamentale che, ad oggi, abbraccia quasi tutto lo spettro di queste esperienze: il video.Le direttrici del marketing esperienziale sono: sense, feel, think, act, relate, si tratta di un’impostazione canonica, elaborata dagli studiosi, ma vincente.

In sintesi dovrai, rispettivamente: coinvolgere i sensi (olfatto, gusto, udito, vista, tatto), emozionare, far riflettere, anche soltanto sui problemi che puoi risolvere con i tuoi prodotti e servizi, interagire col cliente e relazionarti con l’utente o, comunque, metterlo in relazione con la tua azienda.La prospettiva del registaApparentemente potrebbe sembrare un paragone azzardato, ma così non è, dovrai trasformarti da imprenditore a regista, per concepire un adeguato marketing fieristico.

Il tutto implementato dal fatto che, come accennato, ti stai rivolgendo ad un acquirente/imprenditore, un soggetto simile a te, che non ha difficoltà a reperire sul mercato un prodotto o un servizio, ma vuole vivere un’esperienza di acquisto a tutto tondo e, soprattutto, conoscere le novità del mercato, altrimenti non avrebbe frequentato l'evento.

Da bravo regista il primo aspetto da curare riguarda il set, che nel tuo caso è lo stand, non risparmiare, anche economicamente, sui costi, paga il giusto per ottenere una posizione vantaggiosa, possibilmente all’ingresso o al centro, rispetto agli altri espositori.

Nel primo caso avrai il vantaggio di confrontarti con soggetti in forze, carichi e magari entusiasti.

Nel secondo, non saranno stanchi, ma avranno già altri venditori con cui confrontarti, e del confronto non devi aver paura, in quanto ti permette di far risaltare la tua esperienza.

Affidati a professionisti sia per il noleggio che per la progettazione, il segreto è distinguersi, anche per colori e suoni, diffondi musica di sottofondo e magari trasmetti il tuo messaggio unico, e se non lo possiedi inventane uno.Video per emozionare

Il tuo stand in fiera deve essere provvisto di ledwall da cui trasmettere video multimediali, tra questi potresti far ruotare:

  • video pubblicitari relativi ai tuoi prodotti, servizi, anche generici

  • video emozionali che rappresentano l'azienda o i processi produttivi

  • veri e propri spot pubblicitari

Fondamentale deve essere, però l’attenzione concessa alla tua azienda e, magari alla tua persona.

I primi servono, semplicemente, ad informare, possono contenere dati tecnici e le caratteristiche atte ad una conoscenza più completa su ciò che hai da offrire.I secondi devono emozionare, far leva sui tuoi valori aziendali, sulla tua competenza e sulla tua professionalità.

Sfrutta il marketing della malinconia, fai capire come il tuo prodotto sia legato ai tempi andati, a quando il paese funzionava meglio o all’infanzia del cliente, si tratta della leva emozionale più forte del momento.

L'esperienza video è quella tra le più forti in assoluto, quella che riesce a colpire a trasmettere efficacemente un messaggio, ma allo stesso tempo creare una enorme attrattiva verso il pubblico.

Per questo motivo, dopo tanti anni di esperienza, consigliamo sempre più spesso, dopo un attento studio, di inserire nella strategia di marketing fieristico, anche la parte emozionale dedicata ai video.

Ne abbiamo realizzati a decine, progettati e studiati per essere trasmessi utilizzando le migliori tecnologia in circolazione.

Dai riscontri e dai feedback ottenuti sappiamo che funzionano e che sono, ad oggi, uno degli elementi più determinanti per creare valore emozionale unico, che porta risultati alle aziende che si affidano a questo canale, per la comunicazione all'interno del proprio allestimento fieristico.